Ano A Festa da Sagrada Família
Sagrada Família
- Festa
Autor: Luciano Manicardi
I domingo depois do Natal
Festa da Sagrada Família
Autor: Luciano Manicardi
Sir 3,2-6.12-14; Sal 127; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23
Un’ammonizione sapienziale che ricorda i doveri dei figli verso i genitori (I lettura); un’esortazione che ordina i rapporti tra genitori e figli e tra mariti e mogli (II lettura); una narrazione che apre uno squarcio sull’infanzia di Gesù all’interno della sua famiglia (vangelo): il tema della famiglia è l’elemento unificante i testi biblici di questa festa. Che va colta all’interno della celebrazione del mistero dell’incarnazione, cioè del Dio che, facendosi uomo, entra anche nella umanissima realtà famigliare. Per fuggire però le possibili cadute retoriche e devozionali connesse all’idealizzazione della famiglia e della “sacra” famiglia, è opportuno ricordare che, nell’economia cristiana, e per la parola stessa di Gesù, la realtà decisiva è la nuova famiglia di Gesù, quella dei suoi discepoli radunata attorno a lui dall’annuncio della Parola di Dio e che si fonda non su legami di sangue, ma sul “fare la volontà di Dio” (cf. Mt 12,46-50).
Se si può paralare, come a volte avviene, di chiesa come “famiglia di Dio”, questo non può significare la riduzione della comunità cristiana al modello famigliare fondato su rapporti di carne e sangue; e se si può parlare di famiglia come “chiesa domestica”, questo non può significare altro che il necessario lasciar spazio alla fede all’interno delle dinamiche intrafamigliari. Come appare dai testi biblici della liturgia odierna che collegano la carità nei confronti del genitore alla remissione dei peccati e all’esaudimento della preghiera (I lettura), che sollecitano un equilibrio di amore e rispetto reciproco tra marito e moglie “nel Signore” (II lettura), che mostrano come attraverso le vicende della famiglia di Gesù sia passata la storia di salvezza di Dio (vangelo).
Il testo evangelico intende certamente mostrare che Gesù ripercorre il cammino di Israele, “il figlio di Dio” (“Israele è il mio figlio primogenito”: Es 4,22), scendendo in Egitto e poi ritornando in terra d’Israele. Ma il testo presenta anche le difficoltà e la precarietà di un’infanzia: minacce di morte che provocano la fuga di una famiglia con un neonato, con il disagio di vivere da profughi in terra straniera. Giuseppe, che “prende con sé il bambino e sua madre” (Mt 2,14.21) svolge quel compito di presenza e di protezione essenziale al genitore e che permette di traversare le contraddizioni e le difficoltà dell’infanzia che potrebbero segnare in modo pesante il futuro di un bambino. La famiglia appare come spazio di trasmissione di fiducia, come luogo della fiducia basilare grazie alla presenza attenta e securizzante dei genitori.
La storia della salvezza avviene attraverso storie particolari, famigliari, attraverso quel reticolo di relazioni quotidiane di cui è intessuta l’esistenza umana. E passa attraverso la salvezza di storie e relazioni quotidiane: salvando la propria famiglia dal pericolo incombente, Giuseppe salva anche la storia della salvezza di Dio con l’umanità tutta. Salvare una vita è salvare il mondo.
Il testo evangelico presenta una fuga: e la fuga non è sempre un atto disonorevole, ma può anche essere un atto di discernimento che legge la storia e ne coglie i pericoli che vi sono celati, e un atto di coraggio che osa la paura e prende la decisione possibile. E a volte, non è data altra possibilità che la fuga. La fuga può divenire un atto di umiltà (perché esprime la coscienza della propria limitatezza e impotenza) e un atto di resistenza (perché non si piega al male dominante). E nel caso specifico del nostro testo evangelico, è un atto di responsabilità con cui Giuseppe assicura un futuro a Maria e a Gesù.
Facendo fare a Gesù il percorso della discesa in Egitto e poi dell’esodo che fece a suo tempo il popolo d’Israele, i suoi genitori narrano il Dio salvatore e redentore al loro figlio. Lo narrano vivendo la loro esperienza di pericolo e di salvezza alla luce della fede e della Parola di Dio. Ogni genitore e ogni famiglia credente ha il difficile compito di narrare, di far fare esperienza del Dio creatore e salvatore ai loro figli. E non con espedienti sofisticati, ma con la loro stessa vita, con le loro scelte e le loro decisioni illuminate dall’obbedienza della fede.
© – Luciano Manicardi